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lunedì 9 febbraio 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXVIII

Il resto della giornata trascorse tranquilla. Quando Alea uscì dalle rovine era già sera inoltrata.
Il viaggio di ritorno verso Kadala Nadara fu rapido e senza incontri.
La Bekku si diresse immediatamente verso il suo alloggio, era tardi e avrebbe fatto rapporto all'Ammiraglio il giorno seguente.
Si tolse i vestiti di dosso lanciandoli su una sedia per poi immergersi nella grande vasca da bagno.
"Oggi ne sono accadute di cose strane, la voragine, l'indovinello per il frammento, l'incontro con Jörmungandr... quante ancora me ne dovrò aspettare?" chiese tra se e se, sprofondando nell'acqua calda fin quasi alle orecchie.
Ritornò con i suoi pensieri al sogno fatto nella caverna, quegli strani macchinari, gli studiosi che aveva visto e quella persona nella capsula. Tutto era così familiare eppure in un certo senso distante.
Dopo essersi lavata ed asciugata, Alea tornò nella camera da letto, lanciandosi sull'enorme baldacchino.
"Che stanchezza, mi fanno male tutti i muscoli!"
"Allora sciogliamoli un po'!" disse una voce proveniente da sotto le coperte.
"Ma cos..." La Bekku non fece in tempo a reagire, presa completamente alla sprovvista fu subito immobilizzata dalla persona che uscì dalle lenzuola. Non potè neanche vedere di chi si trattava, poiché sdraiata a faccia in giu.
"Rilassati, andrà tutto bene." Disse la voce.
Alea provò a liberarsi ma ogni suo tentativo fu inutile, non si era ancora completamente ripresa dalla battaglia contro Periya e gli eventi della giornata l'avevano lasciata senza forze.
"Bene, ora che hai capito di non poter vincere, rilassati e lasciami lavorare."
Un senso di tepore iniziò a spandersi sulla schiena della Bekku, qualcosa di caldo ed unto le scorse addosso. Poi le calde mani dell'aggressore iniziarono a spargere l'unguento su tutto il suo corpo e a massaggiare.
"Hai tutti i muscoli tesi, vedrai che dopo questo massaggio starai meglio. Che ne dici intanto di raccontarmi il viaggio di oggi?"
Alea girò la testa per cercare di scordere il suo interlocutore.
"Ma chi sei? E come fai a sapere del mio viaggio?"
"Suvvia, comando io in questa città, ho occhi ed orecchie ovunque!"
"Ammiraglio? Ma cosa? Perché?"
"Mi serviva una pausa dal lavoro governativo, e poi ero in pensiero per te."
Lailah continuò il massaggio senza fermarsi, ed Alea iniziò finalmente a rilassarsi, raccontando della sua avventura nelle rovine, omettendo però il suo sogno.
"Hmm, quindi Jörmungandr non ha mai avuto intenzione di attaccarci. Beh, questo è un peso in meno. Continuo però a non capire come mai abbia reagito alla tua presenza.
"Ci sono troppe cose che nemmeno io comprendo di me stessa." Disse Alea sospirando.
"Beh, credo sia ora di andare, è tardi e domani dovrò tornare alle mie mansioni, altrimenti chi lo sente Echter." Disse l'Ammiraglio ghignando.
La Bekku terminò il massaggio passando le mani sui fianchi di Alea, sfiorando le piastre metalliche che le adornavano il corpo.
Reagendo al tocco, i caratteri Ilbechin incisi su ogni placca del suo corpo iniziarono ad illuminarsi fiocamente.

domenica 1 febbraio 2015

Cronache di Leggende Perdute - XXVII

Alea si risvegliò bruscamente, in preda al panico, cercando di coprirsi con le braccia come meglio potè.
"Calma! È tutto a posto." Le disse la piccola Bekku.
Alea si guardò intorno, tentando di capire dove si trovasse. Le enormi strutture cristalline le ricordarono di essere ancora nella caverna.
Portò una mano alla testa che ancora le doleva.
"Che mal di testa assurdo... Andiamocee da qui, alla fine non abbiamo scoperto nulla di utile" Disse rialzandosi.
"Sei sicura di stare bene? Ti vedo un po' traballante" Chiese Al preoccupata.
"Sì... sì sto bene, sono solo un po' scossa. Il sogno che ho fatto non era propriamente dei migliori."
Entrambe si incamminarono verso il lungo corridoio dal quale erano arrivate. Una volta giunte alla fine si pose il problema di come fare a risalire.
"Non puoi volare fin lassù con una corda?"
"No, per qualche motivo non riesco ad usare i miei poteri."
"Beh, allora toccherà fare come una volta." Alea prese dalla sua bisaccia una piccozza e si preparò per la scalata.
La voragine sembrava più profonda di quanto non ricordasse e risalire richiese più tempo del previsto.
Fuori dalla fatiscente costruzione il paesaggio era tuttavia cambiato. La luce che illuminava l'antica città era diventata fredda.
Alea si preparò ad un eventuale scontro, evocando spada e scudo.
La terra tremò lievemente in quelle che sembravano piccole ondate provenienti dall'estremità opposta delle rovine.
La Bekku iniziò a correre in direzione delle scosse, raggiungendo in pochi minuti quello che rimaneva del porto della città.
Il bacino dove una volta arrivava l'acqua del mare era ormai secco e privo di imbarcazioni, al suo interno tuttavia qualcosa sembrava muoversi.
Una bestia enorme aveva preso il posto dell'oceano, e muovendosi di tanto in tanto causava i tremori del suolo. Il lungo e massiccio corpo serpentiforme era ricoperto di squame perlacee che risaltavano particolarmente sotto la fredda luce del cristallo.
"E va bene, questa volta sono davvero nei guai."
La terra iniziò a tremare con più forza, la bestia aveva iniziato a muoversi e ben presto la gigantesca testa di serpente si levò dal groviglio di spire.
"Chi osa disturbare il riposo di Jörmundandr?" La voce tuonò così forte da far vibrare l'aria.
Alea rimase senza parole, nei suoi viaggi aveva visto esseri di dimensioni notevoli, mostri, statue, spiriti e demoni, ma mai aveva incontrato qualcosa di così grande.
"Suppongo che un semplice -Scusa, non era mia intenzione disturbarti.- non sia sufficiente, vero?"
Il capo si avvicinò lentamente alla Bekku, osservandola con molto interesse. La lunga lingua biforcuta della bestia tastò l'aria che la circondava.
"Cosa sei tu? La tua essenza è diversa, nuova, mai percepita prima."
"Io... Io non lo so, vago per il mondo alla ricerca del mio passato, e i miei viaggi mi hanno portata qui." Rispose Alea.
"Interessante. Sei ma non sei, eppure eccoti qui. Il fato ti ha portata a me, affinché ti possa guidare."
"Guidare? Ma se poco fa hai detto di non sapere cosa sono."
"Non so cosa sei, non so chi sei, ma conosco il futuro del mondo e so dove arriverai... se non ti perderai per la strada."
Jörmungandr scosse il capo ed una delle sue squame cadde ai piedi della Bekku.
"Prendila, ti indicherà il cammino." Disse per poi allontanarsi lentamente e immergersi di nuovo nelle sue stesse spire.
"Aspetta! Cosa devo farci con questa? E non era tua intenzione attaccare Kadala Nadara?"
"Non ho alcun interesse nelle vite dei comuni mortali, il tuo Etere mi ha risvegliato ed ho fatto la mia parte. Posso tornare a dormire." Così dicendo la bestia divina si assopì nuovamente e la terra smise di tremare.