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venerdì 18 aprile 2014

Cronache di Leggende Perdute - IV

La fioca luce azzurra dei cristalli era tutto ciò che illuminava l'immenso sotterraneo.
Rovine di antichi palazzi e cumuli di macerie si estendevano a perdita d'occhio in quella enorme struttura sorretta da giganteschi pilastri in Cermet.
Gli ultimi resti dell'antica civiltà Ilbechin.
Un impero interamente fondato sulla magitecnologia.
La sua grandezza fu tale che per ben 3 ere regnò sul mondo intero, fino alla sua improvvisa estinzione.
Come una tale potenza potesse essere stata annientata da un giorno all'altro è un mistero che ancora oggi rimane da scoprire, e tutti gli studiosi di Thidin erano ancora alla ricerca di qualche indizio che potesse lasciar intendere cosa accadde.
Per quanto quelle rovine potessero essere affascinanti, Alea non poteva permettersi di perdere tempo curiosando in giro. Percepiva infatti la pericolosità di quel luogo, ed un qualsiasi passo falso avrebbe potuto significare problemi.
Il lungo selciato conduceva verso il centro della città,  la zona più luminosa delle rovine, dove sicuramente si trovava il cristallo e possibilmente anche ciò di cui era alla ricerca.
"C'è qualcosa che non va. Possibile che non abbia ancora individuato alcuna trappola o nemico?" Pensò Alea parlando tra se e se.
Il cammino fino a quel punto era stato fin troppo semplice, come mai anche dopo essersi addentrati così tanto nelle rovine nessun meccanismo di difesa si era attivato?
Non si sentivano nemmeno suoni di battaglia in lontananza, nessun altro avventuriero era presente?
Alea continuò ad avanzare, ma più lentamente, cercando attentamente di percepire qualsiasi segno che potesse tradire la presenza di qualche nemico celato.
Improvvisamente la terra fu scossa, alcune tra le macerie più instabili crollarono sollevando nubi di polvere. La luce del cristallo in lontananza pulsò, emanando onde di energia per tutta la città.
Dai resti fatiscenti delle case mostri di terra e roccia presero vita.
I golem guardiani erano nuovamente attivi.
"Oh! Il comitato d'accoglienza... un po' in ritardo?" Disse Alea prendendo rapidamente la gemma di risonanza e levandola al cielo, mentre un golem si rianimava proprio davanti a lei.
Con un intenso bagliore, gli abiti di Alea mutarono.
La cappa color sabbia scomparve, assieme alle protezioni in pelle che prima indossava, sostituite da una candida armatura rifinita in oro, argento e blu.
Uno scudo ed una spada apparvero tra le sue mani, entrambi emettevano un'aura iridescente proprio come la gemma.
Senza farsi attendere, il Golem portò un primo attacco, che fu immediatamente bloccato dallo scudo, seguito da un veloce sgualembro che lasciò un profondo solco nel corpo roccioso del golem, tuttavia il costrutto non sembrò risentirne minimamente.
Continuando a parare e schivare gli attacchi, Alea riuscì a distanziarsi quanto bastava dal suo nemico, ed impugnando la spada con entrambe le mani caricò il golem. L'affondo trafisse il torso del costrutto, rompendo il cristallo nascosto all'interno.
Con un rapido balzo all'indietro la giovane Bekku si distanziò nuovamente dal golem che dimenandosi incontrollatamente cominciò a sgretolarsi fino a ritornare un semplice cumulo di macerie.
"E anche questa è fatta... spero di non incontrarne molti altri, non ho tutto questo tempo da perdere."
Alea riprese a camminare, facendo attenzione ad evitare tutti i costrutti che incontrava sul suo cammino, approfittando dei vari vicoli tra le costruzioni in rovina dove i golem non sarebbero potuti passare.
Tenere traccia del tempo era difficile non potendo vedere il cielo, ma erano sicuramente passate diverse ore dal suo ingresso nelle rovine, la zona centrale della città doveva ormai essere vicina.
Svoltando un ultimo angolo Alea raggiunse finalmente il centro della città.
Un'enorme piazza illuminata dal maestoso cristallo al suo centro mostrava ancora la magnificenza dell'impero Ilbechin. Quattro fontane ancora intatte anche se completamente asciutte ormai da millenni, indicavano i punti cardinali, e le statue su di esse rappresentavano i quattro reggenti dell'impero.
Alea esaminò le fontane una per una, tutte portavano una placca metallica, identiche in tutto e per tutto a quelle sul suo corpo.
I caratteri incisi raccontavano brevemente le vite dei reggenti, e di come grazie alla magitecnologia riuscirono a far prosperare l'Impero.
Tuttavia non trovò alcuna informazione inerente alla sua condizione o al suo passato.
"Beh, almeno ora so per certo che c'è un collegamento con l'antica Ilbechin..." disse sospirando profondamente.
Continuando a girare per la piazza in cerca di altri indizi, Alea si avvicinò al cristallo. Non fece tuttavia in tempo a raggiungerlo che la terra tremò nuovamente. Il cristallo vibrò fortemente, risonando all'interno della caverna ed emanando nuove onde di energia, questa volta però si tinse di rosso.

martedì 8 aprile 2014

Cronache di Leggende Perdute - III

Le rovine di Thi'Saiuaela non erano molto distanti dalla città.
Di buon passo sarebbero bastati solo due giorni di cammino.
Tuttavia, la difficoltà maggiore sarebbe stata nel guadagnare l'accesso all'antica città. Solo agli utilizzatori delle gemme di risonanza era consentito accedere alle antiche rovine sparse in tutto il mondo, per via della loro pericolosità.
Sebbene Alea ne possedesse una, metterla in mostra non era tra le sue predilezioni a causa dell'unicità di quella gemma.
Arrivata nei pressi dei resti dell'antica città, fu d'obbligo una sosta al vicino campo delle forze dell'unione. Trattandosi di un luogo di estrema importanza, le forze alleate delle quattro nazioni presiedevano l'area, e l'accesso all'entrata era controllato costantemente, anche se in realtà si trovavano lì più per evitare che qualcosa uscisse anziché entrare.
Un gruppo di avventurieri discuteva animatamente con i membri della guardia per l'ispezione delle gemme.
Trattandosi di un sito molto pericoloso, solo i possessori di gemme con tre o più colori erano autorizzati ad accedere e ognuno di se poteva portare uno o più compagni a seconda di quanto fosse potente il cristallo.
"Spiacente, ma lei non può passare, con una gemma monocromatica rischierebbe solo la vita."
Disse la guardia fermando l'ultimo membro del gruppo.
"Ma come? Sono l'unico con capacità di guarigione tra loro, come possono fare senza di me?"
"Ci dispiace, ma è troppo pericoloso. Nessuno del vostro gruppo ha una gemma di risonanza che possa permettere l'accesso di un membro aggiuntivo, il tuo capogruppo ha già l'altro ragazzo sotto la sua responsabilità, e con una gemma tricolore non può permettersi di portare qualcun altro."
Con non poco disappunto, gli avventurieri lasciarono il posto e si diressero altrove, probabilmente verso altre rovine più accessibili.
"Sono davvero così pericolose queste rovine?" Chiese Alea alla guardia.
"Sembrerebbe proprio di si, da quando sono state scoperte, numerosi avventurieri hanno tentato di raggiungere la zona centrale, dove si dice sia presente uno tra i più grandi cristalli esistenti al mondo.Tuttavia nessuno di quei gruppi è mai tornato. Il posto pullula di mostri e ci sono innumerevoli trappole magiche, il più delle persone esce pochi minuti dopo l'ingresso e non sempre sono così fortunati da uscire interi."
"Capisco. A quanto pare non sarà semplice come speravo."
"Oh, sei qui per entrare nelle rovine anche tu?" Chiese scrutando attentamente Alea.
"Scusa se te lo dico, ma a guardarti non sembreresti una persona adatta al combattimento. Comunque sia, sarà la tua gemma a mostrare quanto vali."
"È proprio necessario? Non mi piace mostrare quell'arnese in giro..."
"Che c'è? Non hai fiducia nelle tue capacità? Non preoccuparti,  nessuno ti deriderà anche se la tua gemma è monocromatica.  Il solo fatto di possederne una ti rende speciale. Anche se non forte come i membri della Guardia!"
Sospirando profondamente, Alea prese la gemma indossata come ciondolo e nascosta dalle vesti.
Quando aprì la mano un intenso bagliore quasi accecò i guardiani, per poi rimanere come uno scintillio sulla superficie iridescente del cristallo.
"N-non è possibile!" Gridò uno dei guardiani.
"Una gemma iridescente? L'unica mai vista prima è custodita a Pamai, sotto il controllo della guardia Reale!"
Con un altro sospiro Alea ripose la gemma sotto i vestiti.
"Ora posso passare?"
Le guardie si guardarono sbigottite, poi senza proferire parola annuirono.
Alea attraversò la barriera magica a protezione delle rovine, scendendo le scale che portavano all'antica città sotterranea di Thi'Saiuaela.