Visualizzazioni totali

domenica 30 marzo 2014

Cronache di Leggende Perdute - II

"È impossibile! Come potevano sapere dove sarebbe stata recapitata la matrice?" L'enorme Sthula camminava nervosamente avanti e indietro nella locanda.
"Ci deve essere una spia nell'organizzazione, non ci sono altre spiegazioni!" Disse ad alta voce, erano ormai parecchi minuti che continuava a ripetersi.
"Mi dispiace davvero per ciò che è accaduto, ma visto che comunque il ladro ha restituito l'oggetto, e che erano chiaramente interessati a me... perché continuare a preoccuparsene?"
Il pacchetto contenente la matrice era infatti stato lasciato su una delle casse accostate al muro dove l'uomo incappucciato era scomparso, insieme ad un pezzo di pergamena con un messaggio stranamente rivolto ad Alea: "Oggi hai dimostrato di essere un elemento capace, Bekku. Troverai ciò che cerchi nelle rovine di Thi'Saiuaela".
"Hai ragione." Asserì lo Sthula.
Dopo essersi seduto al tavolo, aprì il pacchetto per accertarsi che la matrice fosse ancora intatta.
A prima vista sembrava una comune lamina metallica, ma muovendola il riflesso della luce su di essa rivelava dei caratteri impressi lievemente sulla superficie, impercettibili al tatto.
"Ah! Per fortuna è intatta, questa piccola scheda è estremamente importante per le nostre ricerche. Studiandola potremo capire come questi simboli incomprensibili siano stati applicati sul metallo, e se riuscissimo a riprodurre il sistema, saremmo la prima compagnia al mondo a produrre oggetti anti-contraffazione senza dover fare affidamento alla magia!"
Alea non stava però prestando ascolto alle parole del suo interlocutore, la matrice aveva catturato la sua attenzione.
Dopotutto conosceva già quei caratteri.
"Ti spiace?" Chiese Alea agguantando velocemente la matrice per osservarla più da vicino.
"Ma cosa fai! Sta attenta!" Gridò lo Sthula sorpreso e preoccupato al tempo stesso.
"...timento... blocco sistema m... ...bazione. No, nulla, è incomprensibile e come se non bastasse è solo una parte."
Alea lanciò letteralmente la scheda allo Sthula che la colse al volo con non poca difficoltà.
"Ma sei pazza? E se si fosse rotta? E cosa stavi dicendo?"
"Quelle cose non si rompono così facilmente, potrebbe passarci sopra una mandria di Khuaai e non si graffierebbe nemmeno"
Rispose Alea con tono scocciato, alzandosi dalla sedia per dirigersi verso l'uscita della locanda.
"Dove stai andando?"
"Dove mi pare. Il mio lavoro qui è finito, ho consegnato l'oggetto come pattuito e vi ho anche fatto il favore di recuperarlo dopo il furto subito. Non ho intenzione di restare qui più del necessario."
Alzando la mano in saluto senza neanche voltarsi, Alea varcò la porta uscendo dalla locanda.
Era ormai calato il sole e viaggiare di notte, sebbene non fosse un problema per la sua vista crepuscolare, non era una delle esperienze più piacevoli da fare nel deserto.
Alea puntò quindi verso la vicina sede della Gilda degli Avventurieri, dove avrebbe trovato un pasto caldo e un letto per la notte.
Nella sua stanza Alea potè finalmente rilassarsi un po'.
Lanciò la cappa su una sedia e rimosse l'armatura in cuoio riponendola con cura sul piccolo tavolo. Non potè fare a meno di osservarsi allo specchio prima di entrare nella doccia.
Non sarebbe mai riuscita ad abituarsi alla vista di quelle piccole placche metalliche sui suoi fianchi, che si fondevano con la pelle in parte integrante del suo corpo. Piccoli caratteri incisi su di esse, identici a quelli della matrice. Gli stessi che erano anche impressi sulla banda metallica che divideva esattamente a metà la sua coda.
"Un giorno riuscirò a scoprire chi sono" disse sospirando mentre entrava nella doccia.
Il giorno seguente arrivò in fretta. Dopo aver depositato parte del guadagno nella cassaforte della gilda, Alea si incamminò verso il deserto, destinazione le rovine di Thi'Saiuaela.

mercoledì 26 marzo 2014

Progetto Cronache di Leggende Perdute - I

Il fuoco del falò era ormai spento, solo qualche tizzone ancora ardente rimaneva in mezzo alla cenere.
Dopo aver finito di impacchettare il giaciglio da viaggio, Alea versò quel che rimaneva nella borraccia per spegnere le braci.
Si stiracchiò per scrollare la sonnolenza di dosso, con la lunga coda tesa fin quasi a toccare il suolo. Le sue orecchie si contrassero rapidamente, le accarezzò delicatamente mettendo gli orecchini di crisoberillo, uno dorato e l'altro argenteo come i suoi occhi, prima di indossare la cappa color sabbia che la copriva da testa a piedi, facendola sembrare più grande di quanto non fosse e nascondendo il suo fisico atletico, per proteggersi dai raggi del sole.
La città era ormai vicina, ancora un paio d'ore di cammino e la sua destinazione sarebbe stata in vista.
Raccolto lo zaino, Alea si fermò all'oasi per riempire la borraccia per poi riprendere il cammino.
"Non so perchè abbia accettato questo lavoro, mi sembra solo di star sprecando il mio tempo." Pensò ad alta voce.
Tuttavia le sue ricerche non potevano proseguire senza fondi, e quel semplice lavoro di consegna era incredibilmente remunerativo.  Cosa che diede non poco da pensare, dieci giorni di viaggio per consegnare un piccolo pacchettino anonimo e dal contenuto ignoto, nessun incontro imprevisto e nulla che lasciasse presagire alcuna difficoltà.
Malkia'Wa era in vista. Le grandiose mura che proteggevano la popolazione da qualsiasi aggressione esterna e dalle frequenti tempeste di sabbia non potevano passare inosservate. La strada battuta sull'arido terreno era adornata da fiaccole che arrivavano fino ai solidi cancelli in oricalco, costantemente pattugliati dalla guardia cittadina.
Alea potè finalmente rilassarsi. Raggiunto il cancello principale dove fu fermata per i controlli di rito, varcò la soglia ritrovandosi finalmente a destinazione.
Senza fermarsi neanche un momento, si diresse immediatamente al punto di incontro pattuito. Malkia'Wa era un posto ormai familiare, non era la prima volta che la visitava, né sarebbe stata l'ultima.
La configurazione circolare inoltre, rendeva la navigazione per le strade estremamente semplice.
La locanda era gremita di popolani ed avventurieri come al solito, ma individuare il suo contatto non fu per nulla difficile grazie alla sua vista sviluppata e al fatto che gli Sthula non fossero esattamente minuti, questo poi era anche vestito con una tunica di un rosso sgargiante che difficilmente passava inosservata. 
"Il sole del crepuscolo non è mai stato così brillante, vero?"
"Oh, ma la luna dell'alba lo farà impallidire."
"Questo è il pacchetto che attendevate, in perfette condizioni."
"Molte grazie. Con questo sarà ora possibile continuare il nostro lavoro. Ecco qua, 2500 Seyt come pattuito."
Alea non fece in tempo a prendere il sacchetto col denaro che improvvisamente un uomo volò addosso allo Sthula, facendolo cadere insieme ai soldi e al pacchetto appena consegnato.
"Ne hai avute abbastanza lurido imbroglione?"
Tuonò un corpulento omaccione, affiancato da altri tue tipi loschi.
L'uomo si rialzò barcollando un po' e mentre si puliva bocca dal sangue col dorso della mano fu raggiunto da altre tre persone.
"Heh! Tutto qui quello che sai fare, palla di lardo?"
"Qui si mette male..." disse Alea mentre aiutava il suo interlocutore a rialzarsi.
"No! È un disastro! La matrice è scomparsa!" Strillò lo Sthula non appena rialzatosi.
"Ho visto un tipo incappucciato raccoglierla da terra... eccolo laggiù!"
Alea voltò lo sguardo verso il punto indicato, dall'altro lato della locanda.
Senza perdere tempo cercò di dirigersi verso la figura incappucciata, ma la strada le fu sbarrata dai brutti ceffi che avevno scatenato la rissa.
"Spiacente gattina, siamo stati pagati per intrattenere chiunque cerchi di interferire con il nostro amico laggiù. Che ne diresti invece di giocare un po' con noi?"
L'uomo sbottò in una risata sguaiata, tentando immediatamente di prendere Alea dalla spalla.
Un goffo tentativo tuttavia, spostandosi agilmente di lato,e con un pugno fulmineo all'altezza dei reni, Alea lo fece crollare al suolo.
"Qualcun altro ha intenzione di farmi perdere tempo?"
Chiese agli altri assalitori, fissandoli con i suoi occhi di fuoco e ghiaccio.
Tre di loro, non curanti della minaccia si lanciarono all'attacco in contemporanea, mentre la folla si scansava accerchiandoli per osservare la scena, ma i loro pugni andarono a vuoto.
Con un rapido balzo, Alea li raggirò, e con passi veloci ed aggraziati, come se stesse danzando, li colpì uno per uno, con pugni rapidi e precisi, lasciandoli ansimanti al suolo.
I restanti assalitori scapparono a gambe levate e la folla nella locanda impazzì, acclamando e complimentando l'abilità della Bekku, che comunque senza perder tempo corse verso l'uscita sul lato opposto del locale.
Guardandosi rapidamente intorno, individuò un lembo del nero mantello del fuggitivo sparire dietro l'angolo del vicolo.
Correndo a più non posso, cercò di raggiungere la figura incappucciata,  ma non appena voltato l'angolo, trovò davanti a se solo un muro, del fuggitivo non  vi era alcuna traccia.